OFS Piedigrotta
PELLEGRINAGGIO A MANOPPELLO E LANCIANO
Nello
scorso mese di settembre è stato effettuato, dalla nostra fraternità, un
pellegrinaggio nei due Santuari abruzzesi di Manoppello e Lanciano per una
preghiera sulle reliquie del Volto Santo e del Miracolo Eucaristico.
La prima
tappa, dopo un viaggio lungo ma confortevole, è stata a Manoppello, ai piedi
della Majella, a
Il "manoppio", piccola quantità di grano capace di esser
contenuta tutta in una mano, che campeggia sullo stemma del paese, sembra
confermare l'etimologia del nome Manoppello risultante dalla contrazione del
termine manus col tema plene per significare "mano piena".
Proprio
qui, quasi dimenticata da oltre 400 anni, nella Chiesa del Monastero dei Frati
Cappuccini, si trova
Un’antica leggenda, riportata dagli apocrifi Atti di Pilato (sec.
VI), narra che la pia donna, che asciugò il volto di Cristo lungo il tragitto
verso il Calvario, recatasi a Roma, lasciò la sacra Reliquia a San Clemente.
Come ci
racconta la tradizione ed anche come ricordato da alcuni documenti scritti, la
reliquia giunse a Manoppello nel 1506 portata da uno sconosciuto pellegrino
scomparso, senza lasciar traccia dopo aver consegnato il velo al fisico Giacomo
Antonio Leonelli.
Nel 1638 i cappuccini vengono in possesso di questa reliquia.
Per circa quarant'anni non fu oggetto di culto pubblico, ma
custodito quasi privatamente in una nicchia a lato destro dell'altare maggiore.
Solo nel 1686 viene costruita nel lato sinistro della chiesa una piccola
cappella con un altare ove si trasloca la sacra reliquia e viene introdotta la
festa liturgica del 6 agosto, giorno della Trasfigurazione del Signore.
Il Volto
Santo è un tenue velo di semplice tessitura delle dimensioni di cm 17 x 24. Su
di esso vi è l’immagine di un volto maschile con capelli lunghi e la barba
divisa a ciocche. L’unicità di questo velo è il fatto che risulta, e solo
quando illuminato, perfettamente ed identicamente visibile da ambedue i lati.
Le guance sono diseguali, l’una più arrotondata dell’altra, si mostra
considerevolmente rigonfia.
Sul velo
non sono riscontrabili residui di pigmenti di colore
Le più
recenti indagini scientifiche hanno
dimostrato che il Volto Santo di Manoppello ed il volto sulla Sacra Sindone,
conservata a Torino, sono identici e perfettamente sovrapponibili.
Dopo un
buon pranzo ed una sosta a Chieti, dove è stata molto interessante una visita
alla Cattedrale di San Giustino, abbiamo, in serata, raggiunto Lanciano.
Lanciano,
deliziosa cittadina le cui origini si perdono nel mito, è celebre e conosciuta
per il grande Miracolo Eucaristico custodito nel complesso monumentale di S.
Legonziano – S. Francesco.
Intorno al
Le Reliquie, oggi come oggi, consistono in cinque gocce di sangue
coagulato e in una sottile membrana di carne circolare. Le prime erano vino
diventato Sangue, l’altra era l’Ostia magna, trasformata in carne.
L'Ostia-Carne, come oggi si osserva molto bene, ha la grandezza
dell'ostia grande attualmente in uso nella Chiesa latina, e' leggermente bruna
e diventa tutta rosea se osservata in trasparenza.
Il Sangue e' coagulato, di colore terreo, tendente al giallo-ocra.
L'ostia di carne ed il calice con i cinque grumi in cui si è
rappreso il sangue sono oggetto di pellegrinaggio da parte di centinaia di migliaia
di persone ogni anno. Queste reliquie sono state analizzate più volte da
autorevoli scienziati. Gli ultimi esami, a cura del prof. Linoli, primario
degli Spedali Riuniti di Arezzo, incaricato dalla Curia, risalgono al 1971 e
1981.
L’esame istologico, documentato da una serie di fotografie al
microscopio, ha permesso di accertare che
il Sangue e
Le
reliquie sono conservate in un calice di
cristallo di rocca, contenente il vino tramutato in sangue, sovrastato
dall’ostensorio di argento in cui è conservata l’ostia tramutata in carne.
Per una esatta informazione sulla dimensione che Lanciano
attribuisce al Miracolo eucaristico occorre aggiungere che la storia della
città vanta un secondo prodigio in questo ambito. Le cronache, infatti, narrano
che nel 1273 padre Agostino de Merulis fu testimone, nella chiesa di
Sant’Agostino, di un evento miracoloso analogo a quello avvenuto nell’VIII
secolo.
La
commozione, la gioiosa serenità di spirito e la devota vicinanza alla “Carne –
Cuore” di Cristo Gesù ci hanno segnato, tutti, così profondamente da rendere
incacellabile quest’incontro.
E per
tale opportunità ringraziamo il piccolo grande fra Egidio per aver organizzato
in tutti i dettagli e con l’usuale bravura e modestia il viaggio di tanti
pellegrini. Ed ancora ricordiamo la guida spirituale del nostro carissimo padre
Giacinto che ci è stato vicino in tutti i momenti ed infine un grazie per aver
potuto incontrare ed incominciare a conoscere padre Francisco Lopes, giovane
cappuccino brasiliano arrivato in
Italia, per studiare presso
Genny Masoni Masturzo