Alfredo è stato per me un amico sincero e fedele più di quanto non lo sia stato io per lui.
Cosa mi ha spinto quando eravamo in prima superiore ad avvicinarmi a quel ragazzo grosso, sgraziato, introverso e isolato che fumava e masticava gomme, nel quale ben presto ho scoperto un animo profondo ed un grande bisogno di dare e ricevere amicizia?
Adesso posso capire che Alfredo è stato per me lo strumento utilizzato da Dio per indirizzare la mia vita, e credo che fu lo Spirito quel giorno a scuola a farmi avvicinare a lui.
Con i suoi modi dolci e allo stesso tempo aggressivi un pomeriggio mi trascinò dai francescani che lui già frequentava da un pò e lì conobbi la GiFra, quella che sarebbe diventata la mia famiglia spirituale e il luogo della mia crescita interiore.
E così fu grazie ad Alfredo che incontrai P. Luigi e tanti cari amici, conobbi Ida, mia futura moglie e madre dei nostri stupendi figli, ci avvicinammo insieme alla musica, dolce e silenziosa compagna di tutti i miei passi.
Poi, come spesso accade, lui andò via e io rimasi a raccogliere frutti da lui seminati.
Fino a qualche mese fa mi chiedevo perché, dopo venticinque anni di lontananza, in occasione dei funerali di Norma, il Signore aveva voluto farci rincontrare.
Adesso, dopo la sua breve ma sofferente malattia e dopo la sua morte, ancora una volta capisco che Alfredo è stato un vero amico: attraverso le sue sofferenze Iddio mi invita a guardare oltre, a camminare nel sentiero della verità.
Almeno questa volta, spero di non deluderti mio semplice e sincero amico.
La tua vita non è stata inutile.
La tua vita mi ha fatto scoprire la felicità.
Antonio